lunedì 13 luglio 2009

Tratto 3: Salas - Tineo 19,1 km

25/05



Mi alzo con calma. La notte non è stata perfetta, una rinite probabilmente mi ha lasciato con la gola secca e mi sono svegliato più volte per bere acqua.
Esco per fare qualche foto di Salas con più tranquillità e mangiare qualcosa. Sono riuscito finalmente a entrare nella chiesa, che è stata chiusa il giorno precedente, niente di eccezionale, ma con un bellissimo altare, con la tipica statua di Santiago Matamoros, nel suo cavallo.



Come di solito esco tardi, verso 9:35, visto che non sarebbe una tappa così lunga.
Avevo già trascorso più di 40 minuti in salita, e nonostante il sudore che scorreva copiosamente, i miei passi continuavano sicuri e determinati.
Camminavo con una tenacia che quasi non mi riconoscevo.
È stato certamente un effetto del cammino.
Al di là il desiderio di continuare con quella grande determinazione, cominciano a venirmi pensieri poetici.
Non è stata una sorpresa per me, perché mi sono sentito così negli altri cammini che aveva fatto in passato.
Senza alcuna pretesa di fare poesia, perché non credo di avere questa vocazione, trascrivo uno di questi pensieri:

Mentre gocce di sudore cadono incessantemente
I miei piedi camminano in mezzo al fango e per le pietre
Un fiume passa laggiù Cammino attraverso un bosco di alberi rinfrescante
Sento il calore del mio corpo Un vecchio ponte di pietra arriva Mi fermo e inizio a riflettere
A proposito della meschinità degli esseri umani



Termino la lunga salita e con lo stesso vigore di prima, continuo per un’autostrada asfaltata, piena di lavori e molto noiosa.
Dopo questa parte, sono molto stanco ma arrivo a un ostello molto carino e mi fermo per le timbrare la credenziale e riempire la bottiglia d’acqua.
Chiacchiero con uno degli ‘Hospitaleros’, che purtroppo non ricordo il nome.
Nel frattempo viene un altro pellegrino, infine, è stato il primo che ho visto che arrivava dopo di me. Sembrava un po’ scomposto, aveva bassa statura e abbastanza robusto.
Lui ha chiesto informazioni al hostpitalero su determinato itinerario , fuori dalla ruta usuale presente nelle guide.
Mi aggiungo a loro nella discussione, perché l'altra rotta sembrava più interessante.
Si chiamava Camino de Hospitales, e passava tra vecchi scavi di ospedali per i peregrini. E lì ho cominciato a pensare nell'idea di modificare leggermente il percorso pianificato.
Il peregrino voleva continuare fino a Borres, 16 km da oltre Tineo, ho pensato che lui doveva avere un buon coraggio, perché sarebbe un tappa da oltre 40 km.



Lui continua e esco subito dopo.
Dopo circa un km, mi aspetta abbiamo cominciato a camminare insieme.
Si chiama Lalo ed è della Galizia, un po' di più di 50 anni.
Mi ha parlato della sua famiglia, la moglie e i figli grandi.
È stata una bella compagnia, anche perché era un percorso molto noioso, con molti tratti pieni di fango, a parte che erano sentieri per i buoi. Inutile dire che oltre il fango avevano altre cose in mezzo…
Ma è stato un paesaggio molto piacevole. Siamo arrivati in torno alle 15:30 a Tineo.
Senza fermarsi e senza mangiare nulla ...
Fortunatamente, all'ingresso della città, una fontana è stata provvidenziale per lavare i stivali pieni di fango.
Lì saluto Lalo, che continuava fino a Borres.
Passo per la cappella di San Roque, santo peregrino ad esempio di Santiago.
Infine arrivo all'ostello, molto curato e con abbastanza spazio.
Riesco a lavare e appendere la roba e ancora darebbe tempo di comprare un bastone e un cappello, che avevo perso da qualche parte. Inizia a piovere ...
Entro in vari negozi inutilmente, quando entro in un negozio di ferramenta en non c’era nessun cappello, pero al meno il bastone ho trovato.
L’uomo mi dice che forse potrei trovare il cappello in un negozio di abbigliamento e che anche timbravano le credenziali.
Mi è sembrato strano, ma comunque entro nel negozio che vende abbigliamento, in realtà più roba intima.
Ovvio che non c’era il cappello ...
Ma inizio a parlare con il proprietario, e scopro che lui è il presidente dell’Associazione degli Amici del Cammino di Tineo. Si chiama Laureano.
È stato molto gentile e mi ha dato un sacco d’informazioni, soprattutto sulla strada per gli Hospedales, e mi ha dato una guida molto migliore di quella che avevo stampato da Internet.
Questa guida è stata molto dettagliata su tutte tappe del cammino primitivo.
Queste sono le coincidenze del cammino, non ha trovato una cosa che avevo bisogno, ma mi hanno portato a prendere una decisione quella di fare la ruta di Hospitales, molto più bella e originale.
Torno all’ostello, ora porto il bastone di peregrino.
Vado a magiare da un ristorante abbastanza semplice, ma con abbondante cibo.
Cocido Madrileno è stato il primo, con ceci, chorizo, stinco di maiale e altre carni.
Il secondo piatto, per la mia sorpresa, era lingua, che non mangiavano da più di 10 anni. Probabilmente molte persone non sarebbero in grado di mangiarla, ma una delle cose che ho imparato nella mia vita è che non possiamo essere così esigente e spesso dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo e ringraziare per l'opportunità.
L'ostello è quasi pieno, rincontro il signore francese, il gruppo spagnolo di pensionati e per la prima volta parlo con Fabiana e Tommaso, la coppia italiana con cui ho stabilito un bel rapporto di amicizia più tardi.
La ragazza francese del bel sorriso e il ragazzo che era partito dalla Francia (che avevo incontrato il primo giorno), ormai erano 'scomparsi' dal cammino.
E così finiva la terza tappa.

Nessun commento:

Posta un commento